Il Fungo porcino del Vulcano di Roccamonfina è un prodotto del territorio
dei comuni del Parco Regionale di Roccamonfina, in provincia di Caserta, ed
in particolare dell’area di Monte La Frascara, dove questo particolare
fungo cresce nei caldi boschi di latifoglie: il territorio è, infatti,
composto da rigogliosi boschi di castagno, che offrono, nei mesi primaverili
ed autunnali, un habitat molto favorevole per la crescita di questo autentico
e genuino porcino, caratterizzato da un gusto particolare ed esclusivo, dovuto
anche alla natura vulcanica del terreno.
Il porcino di Roccamorfina è caratterizzato
da cappella di colore marrone scuro variabile a seconda delle specie del sottobosco
e del bosco di raccolta, mentre il gambo è di colore marrone chiaro.
Ha polpa bianca e soda ed il suo sapore è delicato ma intenso, a tal
punto da permettere di riconoscervi tutti i profumi del sottobosco. È presente
in diverse pezzature, che variano a seconda dello stadio di sviluppo e raggiungono
un massimo di 30 centimetri.
Questo fungo matura da fine primavera ad ottobre
e per la raccolta esistono procedure atte a salvaguardare la qualità della
specie: è, infatti, vietato l’uso di rastrelli, uncini o altri
mezzi che possono danneggiare lo strato umifero del terreno, il micelio fungino
o l’apparato radicale della vegetazione. Dopo la fase di raccolta i porcini
di Roccamorfina devono essere riposti e trasportati in contenitori idonei a
consentire la diffusione delle spore come, ad esempio, i cesti di vimini.
I
porcini di Roccamonfina vengono venduti tradizionalmente freschi, essiccati
o sott’olio, a seconda dell’uso che se ne farà. Il porcino
fresco, dopo la pulizia con uno spazzolino, si presta ad essere utilizzato
come condimento per vari piatti locali o come contorno. Essiccato, al sole
o con appositi essiccatoi, viene conservato in barattoli ermetici o sacchetti,
in modo tale che conservi il suo sapore gradevole ed il colore bianco, e viene
sfruttato per la preparazione di diverse ricette. I porcini sott’olio,
subiscono una preparazione più lunga: vengono, infatti, lavati a mano
per eliminare impurità ed eventuali residui presenti e poi tagliati
o lasciati interi, cotti con aceto, acqua e sale, e, successivamente, conservati
in vasetti con aggiunta di olio.
Boletus aereus |
(articolo tratto dal sito dell'Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania)
Si ricorda che la raccolta dei funghi è regolamentata dalla Legge Regionale n.8 del 24 luglio 2007 (che potete trovare qui). In particolare bisogna tener presente che:
- la raccolta dei funghi epigei spontanei è consentita previa autorizzazione rilasciata dagli enti competenti, previo superamento di un colloquio abilitativo!
- è vietata, nei castagneti da frutto, la raccolta dei funghi epigei spontanei commestibili nei periodi in cui è in atto la raccolta delle castagne!